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Psiconeuroimmunologia – Pubblicazioni – Voi e la vostra salute – Agosto 1998 – N° 62

 

NB. : Con il mouse, un volo di qualche secondo sui numeri indicati entro parentesi (1,  2,  3 ...) fara’ apparire un aiuto  : referenza della ricerca menzionata.

Queste referenze, non troppo voluminose, mancavano al momento della pubblicazione di questo articolo. Esse sono ragruppate a fine pagina nella bibliografia.

 

In Copertura : La Psiconeuroimmunologia

 

Lo Stress

 

Oggi é dimostrato scientificamente secondo numerosi studi, che le emozioni guariscono. Esse hanno un’ influenza considerevole sul nostro stato di salute.

Molti ricercatori lo avevano previsto. Anche su queste stesse colonne, il Dr. Michel Moirot, all’inizio degli anni ’90, presentava  le conclusioni di lunghi anni d’investigazioni mediche sull’origine del cancro. Scriveva a questo proposito : ” Ho studiato in dettaglio centinaia di soggetti colpiti da cancro. Tutti senza alcuna eccezione, erano vittime di rigetti sociali avendo giocato un ruolo scatenante e alienante nel processo cancerogeno. “ (...) “Uno choc affettivo felice puo’ guarire un ammalato di cancro se egli prova di nuovo, in seguito a questo choc, la gioia di vivere.”

Per studiare questi meccanismi é natauna nuova scienza  : la neuro-psico-immunologia.

Con il Dr. Jean-Pierre Willem et Paul Zveguinzoff, oggi comprendiamo meglio quali considerevoli benefici  possiamo ottenere da questa medicina, per lo meno non convenzionale.

 

Articolo  :  da Pag. 17 a Pag. 21

 

La psico-neuro-immunologia - Queste emozioni positive che guariscono

 

Attraverso il mondo, dopo piu’ di mezzo secolo, centinaia di ricercatori si interessano agli effetti che la mente puo’ esercitare  sul corpo e particolarmente sulla biologia dell’individuo.

Le loro osservazioni dimostrano chiaramente che le emozioni giocano un ruolo determinante nel processo di malattia e salute : Trent’anni di ricerche hanno permesso di esplorare gli effetti della pratica delle tecniche di gestione dello stress e del rilassamento sulla malattia.

Studi rigorosi mettono in evidenza un miglioramento significativo della qualita’ di vita delle persone gravemente ammalate (diminuizione del dolore,  delle nausee e del vomito, dei fastidi digestivi, dell’insonnia, dell’ansia e della depressione).

A partire da queste constatazioni  é apparsa una nuova disciplina scientifica : la psico-neuro-immunologia.

Lo scopo di questa scienza é di dimostrare i legami che uniscono delle discipline cosi’ differenti come la psicologia, la neurologia, l’immunologia e l’endocrinologia ; in altri termini i legami che uniscono la mente e il corpo.

Le ricerche piu’ recenti permettono di osservare che queste tecniche stimolano le difese naturali dell’organismo, particolarmente le cellule NK (Natural Killer) , aumenta cosi’ la speranza di vita.

 

Lo stress cronico altera la salute

 

Le cellule fanno parte dei linfociti, sottogruppo dei leucociti (globuli bianchi), che partecipano alla difesa naturale del nostro organismo contro gli atacchi esterni (microbi, virus, batteri, ecc.) ed interni (cellule disfunzionali, cancerose, ecc.).

Nel caso del cancro al seno, per esempio, le attitudini depressive come l’apatia, l’indolenza e la fatica tendono a diminuire l’attivita’ delle cellule NK. Questo ha per effetto di aumentare la proliferazione tumorale. (1)

Daltra parte, l’attivita’ di queste cellule é correlata con l’indice di Karnofsky, testimone dello stato di salute generale dell’individuo e della sua sopravvivenza.

Altrettanto, la qualita’ del sostegno emozionale sembra essere l’elemento piu’ prevedibile dell’attivita’ delle cellule. (2)

Il ruolo dell’ambiente familiare, sociale, medico, ecc. sembra ripercuotersi abbastanza direttamente sulle funzioni del sistema immunitario.

Nel 1987,  l’equipe di Kiecolt-Glaser ha paragonato 38 donne sposate con altre 38 separate o divorziate. I risultati di questa ricerca indicano che queste ultime soffrono di depressione piu’ delle donne sposate. Daltra parte, le loro capacita’ immunitarie cosi’ come la percentuale delle cellule NK risultano ugualmente inferiori a quella delle donne viventi in coppia. Le donne separate dopo meno d’un anno evidenziano ugualmente una percentuale piu’ debole di cellule T4, le cellule ospiti del V.H.I. (3)

Risultati simili sono stati osservati nel quadro di uno studio che questa equipe ha realizzato su una popolazione maschile. (4)

Nella stesso modo, altri ricercatori osservano in persone depresse una diminuzione di certe difese immunitarie, l’aumento della frequenza del cancro e della mortalita’ precoce. (5)

Alcuni elementi di spiegazione sono forniti da questa equipe. (6)

Essi constatano nelle persone fortemente depresse una piu’ debole riparazione dell’ ADN ( Acide Désoxyribonucléique) irradiato in confronto al un gruppo di persone meno depresse. Conclusioni identiche appaiono quando i risultati di quest’ultimo gruppo sono paragonati a quelli delle persone non depresse. Questo studio suggerisce che lo stress emozionale puo’ contribuire ad uno sviluppo cellulare anormale o ad una riduzione di certe difese immunitarie.

Uno stress piu’ banale come quello suscitato da un esame, altera certi fattori dell’immunita’ negli studenti in buona salute. In questi casi si osserva una netta diminuzione della percentuale dei linfociti T. (7)

Questo stress, chiamato “accademico” , diminuisce la percentuale di celllule NK e sembra aumentare il rischio della mononucleosi infettiva. (8)

Questi risultati sono in parte corroborati da un altro studio : Dorian (1986) osserva nei soggetti molto stressati il debole tasso di cellule NK e di interlukine 2. Questa molecola é definita come un “mediatore solubile avente un ruolo centrale nei fenomeni di cooperazione cellulare tra le differenti cellule del sistema immunitario.” (9)

Sei settimane dopo l’esame, questi studenti hanno sviluppato piu’ infezioni respiratorie che quelli del gruppo campione.

I fenomeni di stress cronici condizionano, nella maggior parte dei casi, una diminuzione di certe difese. Una delle cause principali risiede nella difficolta’ di adattamento agli stress.

Non adattarsi agli stress diminuisce significativamente le cellule NK. (10)

In piu’, l’ansia e la depressione che risultano frequentemente dalla impossibilita’ a far fronte a situazioni di stress, aumentano come l’abbiamo visto, certe deficenze dell’immunita’.

Al contrario, apprendere a divenire combattivi, a gestire il proprio stress ed investirsi nelle tecniche di rilassamento e visualizzazione stimolano le difese dell’immunita’ ed aumentano la speranza di vita. (11)

 

Studi sugli effetti dello stress

 

L’equipe di Glaser ha realizzato su questo argomento uno studio randomizzato assolutamente interessante.

Esso si riferisce a persone che curano uno dei loro famigliari colpiti dalla malattia d’Alzheimer.

Come dimostrato da un gruppo guida, queste persone dimostrano una percentuale inferiore di cellule T e T4.

Glaser osserva che piu’ queste persone sono vicine al malato , piu’ la percentuale di cellule NK é basso.

Nel quadro di questo studio,  dei gruppi di sostegno sono proposti ad una parte dei famigliari curanti.

In questi gruppi, ciascuno é invitato ad esprimere le proprie emozioni e ad apprendere le tecniche di rilassamento.

Le persone che vi partecipano rivelano un netto aumento delle cellule NK in rapporto agli altri. (12)

In un altro studio, i Glaser hanno ugualmente misurato gli effetti della pratica di rilassamento associata ad emozioni positive su un gruppo di persone assai anziane.

Essi osservano che una pratica di tre sedute per settimana diminuisce l’intensita’ dei sintomi legati allo stress. Per conseguenza, constatano un aumento significativo dell’attivita’ delle cellule T e NK. Questi risultati si accompagnano ad una diminuzione del tasso di anticorpi contro l’herpes simplex virus (HVS). (13)

La gestione dello stress aumenta dunque certi fattori dell’immunita’.

Questi risultati si confermano nel campo della cancerologia.

Nel 1988, l’equipe del dottor Gruber realizza uno studio edificante. Questi ricercatori propongono a persone ammalate di cancro di visualizzare la battaglia che oppone le forze del sistema immunitario alla loro malattia. Grazie a questa pratica, le persone che hanno partecipato a questo studio mostrano un aumento del loro impegno a vincere la malattia.

Questi esercizi aumentano anche la formazione dei linfociti, la produzione di anticorpi e di cellule d’interleukine-2 il cui ruolo é di stimolare l’attivita’ delle cellule NK e T. (14)

 

Un giornalista americano cura la sua spondylarthrite ankylosante

 

Norman Cousins, un giornalista americano, si é appassionato alla psico-neuro-immunologia.

Egli é riuscito a guarire da una teribile malattia cronica degenerativa : la sponylarthrite ankylosante.

E’ grazie alla sua volonta’ di guarire che egli afferma di essere uscito vittorioso dal suo combattimento contro la malattia. Aveva in effetti cominciato ad utilizzare tutti i mezzi efficaci per uscirne.

Egli riconobbe in seguito che le forti dosi di vitamina C che aveva assorbito non avevano avuto che un efetto placebo. Norman Cousins stima che il fatto di ridere a squarciagola gli ha permesso di sopportare i forti dolori che necessitavano fino a quel momento di un trattamento di morfina.

Questa terapia  del  ridere consisteva a vedere dei films comici, leggere e raccontare delle storie allegre e divertirsi con tutti i mezzi possibili.

Dopo la sua remissione (regressione spontanea) ha raccontato la propria esperienza in libro : “La biologia della speranza”

“Mi domandavo se il contrario della depressione – per esempio l’anticipazione di un avvenimento gioioso –  poteva accrescere il numero delle cellule immunitarie.

Mi sono fatto due analisi di sangue. Il primo prelievo é servito di base.

Il secondo fu efettuato cinque minuti piu’ tardi. Durante l’intervallo, cecavo di mettermi in uno stato di allegria, e di risentire un benessere emozionale. (...)

Il vantaggio di questo intervallo di cinque minuti é stato che, se fossero effettivamente intervenute delle modificazioni , il rapporto di causa ed effetto sarebbe stabilito. (...)

In soli cinque minuti, l’aumento medio dei differenti costituenti del mio sistema immunitario era stato mediamente del 53 % - dal 30 %, la cifra  piu’ bassa nella proporzione del precursore delle cellule NK, fino ad un aumento del 200 % delle cellule T impregnate di anticorpi.” (15)

 

La gestione dello stress con la terapia di gruppo

 

Norman Cousins ha in seguito partecipato ad uno studio randomizzato con un famoso psichiatra, il dottor Fawzy (1990). Questo studio porta sugli effetti della terapia di gruppo sulla biologia : 68 persone  ammalate di cancro vengono ripartite in due gruppi, testimone e sperimentale. Le persone del gruppo sperimentale beneficiano di 6 sedute di apprendimento del rilassamento e delle tecniche di gestione dello stress, parallelamente al loro trattamento medicale.

Dopo sei mesi, per referenza al gruppo testimone, seguito unicamente dai medici, si osserva nelle persone che praticano queste tecniche, l’aumento del vigore e la diminuzione dell’ansia, della depressione, della confusione e della fatica.

Questi risultati sono correlati positivamente con l’ aumento delle cellule NK e dei macrofagi (le grosse mangiatrici del sistema immunitario).

Nel 1993, sei anni dopo l’inizio di questo studio, l’autore pubblica i risultati  concernenti il tasso di ricaduta e mortalita’.

 

Ricaduta e sopravvivenza delle persone ammalate di cancro

 

Gruppo testimone

Gruppo

Gestione dello stress

Ricaduta
Si
13
7
No
21
27
Sopravvivenza
Deceduto
10
3
Vivente
24
31

 

Come é possibile constatare, sei anni dopo, il gruppo che praticava le tecniche di gestione dello stress, conosce quasi due volte in meno delle ricadute e tre volte meno mortalita’.

Gia’ nel 1989, l’equipe di David Spiegel pubblica nel Lancet i risultati della sua ricerca sugli effetti di un trattamento psicosociale sulla durata della sopravvivenza. 86 pazienti sofferenti di cancro al seno sono randomise in due gruppi, testimone e sperimentale.

Durante un anno, 50 donne sono invitate a partecipare ad una terapia settimanale di gruppo, dove hanno la possibilita’ di esprimere le loro emozioni  e di condividere con altre le loro esperienze patologiche. Esse beneficiano dell’apprendimento dell’autoipnosi destinato a controllare il dolore.

Nel gruppo che ha seguito queste sedute, le donne hanno la meta’ in meno dei dolori, meno  sbalzi di umore, meno reazioni di paura e comportamenti inadattati..

Ma soprattutto, la sopravvivenza del gruppo controllo é di 18,9 mesi mentre quella del gruppo sperimentale é praticamente raddoppiata : 36,8 mesi.

David Spiegel fa l’ipotesi che l’espressione delle emozioni associata all’autoipnosi abbia potuto modificare i sistemi  neuro-immuno- endocrinologi, e aumentare cosi’ la durata della sopravvivenza. Egli stima inoltre che il gruppo di auto-sostegno ha senza dubbio favorito questi risultati.

Molti altri ricercatori e psicoterapeuti hanno collegato la pratica di queste tecniche con un aumento della qualita’ della vita e della durata della sopravvivenza delle persone ammalate di cancro, come nelle remissioni spontanee. (16) + (17)

Tutti riconoscono l’importanza della pratica delle tecniche di modificazione dello stato di coscienza eventualmente associate all’espressione delle emozioni negative e all’interiorizzazione delle emozioni positive.

 

“Sono spacciato”  -  “Me la cavero”

 

In quale misura le emozioni positive o negative, suggerite in uno stato di coscienza modificata, possono modulare il numero di cellule NK ? Quale é la rapidita’ di queste modificazioni ?

E’ a queste domande che ho tentato di rispondere realizzando nel 1995 uno studio sulla mia immunita’. Questa, per ragioni etiche e deontologiche non puo’ essere realizzata su altre persone nel quadro di una ricerca randomizzata

In effetti, la suggestione positiva o negativa, puo’  avere come conseguenza, in funzione delle capacita’ e dell’adesione della persona, la creazione di una profezia auto-realizzante. (18)

In funzione della storia dell’individuo, essa puo’ dare nascita a scenari diametralmente opposti : “Sono spacciato.”. “Me la cavero’.” Questa profezia sara’ sicuramente modulata dal legame che esiste con il sistema di credenza alimentato dall’autosugestione.

Ora, l’autosuggestione dei ricordi dolorosi, associati ad emozioni negative, puo’ provocare uno stato depressivo importante le cui ripercussioni possono esercitare un effetto significativo sulle cellule NK, come possiamo vedere nello studio sottoindicato.

 

Resentazione dello studio :


Protocollo  (single case design) realizzato sullo sperimentatore.

Delle autosuggestioni positive o negative furono registrate dallo sperimentatore nel quadro della creazione di uno stato di coscienza modificato del tipo, rilassamento profondo.

Due registrazioni specifiche di trenta minuti sono state ascoltate :

Primo giorno (G1) = autosuggestioni negative, ascoltate alle 8h00, 12h00, e 23h00.

Secondo giorno (G2) = autosuggestioni positive, ascoltate alle 8h00, 12h00, e 23h00.

Le autosuggestioni negative riposavano sulle sofferenze  e sull’assenza totale della speranza di riuscire, qualunque cosa d’interessante ci sia nell’esistenza.

Le autosuggestioni positive consistevano nel ritrovare dei buoni ricordi, dei momenti privilegiati di gioia, di felicita’ e di speranza e a proiettare l’emozione in un prossimo avvenire.

La costanza dei fattori : Sonno, alimentazione ed esercizi fisici sono stati sorvegliati durante tutta la durata del protocollo.

Tengo a ringraziare André Burckel il cui laboratorio ha realizzato le analisi biologiche approfondite nel quadro di questo studio.

 

Cronologia del protocollo :


G1 T1 : (8h00) Prelevamento sanguigno testimone

Inizio delle autosuggestioni negative.

G1 T2 : (13h00) Prelevamento sanguigno. 5h00 di suggestioni negative.

G2 T1 : (8h00) Prelevamento sanguigno. 24h00 di suggestioni negative.

Inizio delle suggestioni positive.

G2 T2 : (13H00) Prelevamento sanguigno. 5h00 di suggestioni positive.

G3 T1 : (8h00)  Prelevamento sanguigno. 24h00 di suggestioni positive.

 

Risultati

Gli effetti d’autosuggestione negativi e positivi sulle cellule NK.

 
Testimone
Suggestioni negative Sugestioni positive
G1 T1 G1 T2 G2 T1 G2 T2 G3 T1
NK 141 182 69 101 123

Questi risultati sono espressi in percentuale di NK per referenza alla popolazione normale per la quale la media é di 100.

Le autosuggestioni positive aumentano il numero di cellule NK.

 

Come lo indicano i risultati dello studio, dopo cinque ore di suggestioni negative 

(G1  T2), le cellule NK raggiungono un picco importante ( NK = 182 ).

E’ il prodotto di uno stress acuto legato ad un episodio depressivo di circa 5 ore. Di fatto, in caso di stress acuto, queste cellule tendono ad aumentare. E’ il periodo di resistenza all’aggressione.

Dopo ventiquattro ore di autosuggestioni negative, quando lo stress della depressione programmata comincia a diventare cronico (G2 T1), la percentuale delle cellule immunitarie diminuisce di circa un terzo (NK = 69).

Equivale a quasi alla meta’ della percentuale di riferimento : (G1 T1 : NK = 141)

All’inverso, le autosuggestioni positive raddoppiano quasi in 24 ore il numero delle cellule (G3 T1 : NK = 123)

Esse permettono all’organismo di ricoprire un tasso di NK sensibilmente identico a quello del prelevamento controllato.

Questi risultati non costituiscono che un fatto e non saranno in alcun caso ritenuti come prova scientifica, essendo stato fatto lo studio solo su una persona.

Tuttavia, come ha scritto Claude Bernard, “i fatti sono i materiali irremovibili della scienza” e questa sperimentazione corrobora i risultati delle ricerche che abbiamo passato in rassegna.

 

La concentrazione su pensieri positivi aumenta la speranza di vita.

 

Lo stress, e in particolare uno stress cronico, puo’ provocare una diminuzione significativa delle cellule NK.

Al contrario, le tecniche di gestione dello stress sembrano rinforzare i processi di salute.

E’ particolarmente la produzione di uno stato di coscienza modificato associato a suggestioni positive che permettono di osservare un aumento dell’immunita’.

Nel mondo intero e dalla notte dei tempi si osservano queste pratiche.

Quali sono i punti di convergenza che uniscono  pratiche cosi’ differenti come la preghiera, la meditazione, lo yoga, il rilassamento, il Taî Chi, la gestione dello stress, ecc. ?

Ogni anno in Francia, la chiesa cattolica riunisce un comitato di specialisti incaricati di deliberare sul carattere miracoloso delle regressioni osservate tra le altre a Lourdes.

Queste regressioni spontanee si osservano talvolta quando una persona, di qualsiasi confessione, si dedica intensamente alla preghiera.

Si sa intuitivamente, che la speranza fa vivere e la fede solleva le montagne.

Spontaneamente, le regressioni non sono il frutto del caso.

E’ vero che un semplice placebo puo’ innescare una regressione spontanea di un linfosarcoma molto avanzato come lo ha dimostrato la pubblicazione del dottor Klopfer. (19)

Sembra che la fede e la credenza giochino un ruolo talvolta determinante nel processo di malattia e di salute.

Altre regressioni sono state ugualmente recensite nelle persone praticanti diferenti tipi di yoga, Taï Chi,  Chi-Cong o altre meditazioni tantriche, buddiste o zen.

Esse si ritrovano anche legate all’ipnosi e ai numerosi metodi ispirantisi come il rilassamento, il training autogeno, la sofrologia, il bio-feed-back, l’autosuggestione, la visualizzazione, l’espansione della coscienza, ecc....

Infatti, attraverso varie filosofie, e per mezzo di tecniche diverse, si crea cio’ che gli specialisti chiamano uno “stato di coscienza modificato”.

 

Lo stato di coscienza influisce sui sistemi : 1° - Nervoso centrale (il cervello) 2° - Immunitario  3° - Endocrino.

 

Spesso grazie ad esercizi di respirazione, di rilassamento o di rappresentazione mentale, l’individuo si “distacca” dalle stimolazioni del mondo esteriore e si concentra su se stesso.

Poco a poco, la concentrazione ed il raccoglimento gli permettono di approfittare di un rilassamento e di un grande sentimento di pace e serenita’.

Questa modificazione dello stato di coscienza introduce un modo di funzionamento cerebrale differente.

Generalmente, di fronte allo stress, l’individuo cerca di controllare la situazione. Analizza “obbiettivamente” in modo cartesiano e razionale al fine di elaborare un insieme di solouzioni. Questa pratica é legata al modo di funzionamento dell’emisfero sinistro che é specializzato nel trattamento della parola da un punto di vista verbale e linguistico. (20)

Al contrario, l’emisfero destro é implicato nel processo d’immaginazione mentale. L’emozione vi é predominante allo stesso titolo della creativita’. Certi ricercatori stimano che lo stato di coscienza modificato mette “in attivita’ ridotta” l’emisfero razionale a vantaggio dell’emisfero creativo. Possono cosi’ apparire nuove soluzioni  fino ad allora impensabili.

Il dottor Wickramasekera stima che : “I pazienti reagendo bene ai placebo, come i buoni soggetti ipnotici, inibiscono il modo critico, analitico del trattamento dell’informazione caratteristica dell’emisfero dominante e verbale (emisfero sinistro).”  (21) ; e questo a vantaggio dell’utilizzazione dell’emisfero destro.

Questa concezione tende a spiegare che lo stato di coscienza modificato permette di beneficiare di un migliore adattamento allo stress, causando  una logica marcia indietro a livello del sistema immunitario.

Un certo numero di ricerche sperimentali dimostra che le tecniche di gestione dello stress mettono in azione il sistema parasimpatico. Questo corrisponde ad uno stato di malinconia la cui azione benefica si riflette sul sistema  immunitario, endocrino, e in senso generale fisiologico. (22)

Al contrario, lo stress attiva il funzionamento del sistema simpatico, che nel caso di uno stress cronico, puo’ avere come l’abbiamo gia’ visto, delle conseguenze pericolose per la salute. (23)

 

La speranza permette di godere una migliore salute

 

Un altro ingredientedi questo processo terapeutico sembra risiedere nella dimensione di speranza di migliorare la propria condizione di vita e di partecipare alla propria salute.

Gia’ nel 1950, alcuni psicologi hanno messo in evidenza il fatto che dal 70 %  all’80 %  delle persone consultate in medicina generale conoscono un’attitudine psicologica  specifica prima di ammalarsi. Questa attitudine, si caratterizza con un sentimento d’impotenza e di disperazione,  un’immagine deprezzata di se stessi e la voglia di abbandonare tutto. (24)

Sandra Levy, psichiatra americana specialista del cancro che ha passato in rivista centinaia di lavori di ricerca, perviene a conclusioni simili :

“Le percentuali di sopravvivenza piu’ deboli corrispondono a stati di depressione o d’impotenza, mentre le percentuali piu’ alte corrispondono alla volonta’ di reagire.”  (25)

Un’attitudine di gioia si avvera ancora piu’ importante della combattivita’. (26)

Un’altro studio dimostra che la fuga produce una diminuzione delle catecolamine, in particolar modo l’adrenalina, cosi’ come una diminuzione delle cellule NK, mentre un’attitudine combattiva permette di osservare il risultato inverso. (27)

 

Le tecniche di gestione dello stress modificano l’attitudine psicologica

 

Per le donne minacciate dal cancro al seno, un’attitudine di negazione o combattivita’ corrisponde ad un tasso di sopravvivenza significativamente superiore in rapporto a un’attitudine d’impotenza o di fatalita’ : 45 % anziché 17 % ( p minore 0,037).

In altri termini, dopo 10 anni di studi, non sopravvivono che il 25 % di persone che accettano stoicamente la loro sorte e il 20 % di persone impotenti o disperate. (28)

Per contro, vivono il 50 % di persone che negano la loro malattia e il 70 % di persone combattive.

Questa ricerca, come le precedenti, conferma il fatto che l’attitudine psicologica gioca un ruolo determinante nel processo della salute. Essa puo’ aumentare la percentuale delle cellule NK, correlate, lo ricordo, con la sopravvivenza dell’individuo.

L’apprendimento delle tecniche di gestione dello stress costituisce una speranza per numerose persone colpite da malattie croniche. Degli studi rendomizzati francesi, rispettosi di tutti i criteri di deontologia e di rigore scientifico, sembrano indispensabili.

Essi permettono di stabilire in quale misura, anche in Francia, l’individuo puo’ contribuire alla propria salute utilizzando le risorse personali.

Sarebbe tempo che queste tecniche si sviluppino negli ospedali.

Particolarmente nel nostro paese cosi’ gravemente toccato dal cancro e detentore del record mondiale del consumo di tranquillanti e di antidepressori.

 

Combattere la malattia utilizzando le risorse interiori

 

Siamo sottomessi ogni giorno ad una collezione di stress vari. Il nostro modo di adattarvisi é determinante. Rilassarsi, entrare all’interno di se stessi, prendendo la distanza in rapporto alle difficolta’, permette di percepire meglio il contesto della situazione e le alternative che vi sono contenute.

E’ buona cosa  apprendere uno stato di rilassamento. Esso genera delle emozioni positive e una fiducia nuova per trovare una soluzione adattata ad ogni situazione.

Come indicano le ricerche passate in rivista, apprendere a gestire i propri stress migliora la qualita’ della vita e riforza certe difese della nostra immunita’. Al contrario, le emozioni negative ci immergono in uno stato di coscienza doloroso. Uno stato depressivo s’installa insidiosamente.

L’organismo tenta di diferdersi, cio’ che si traduce in un aumento momentaneo delle cellule NK. Rimanendo in contatto con queste emozioni negative, le cellule NK  tendono a sparire.

Nel quadro della nostra ricerca, la produzione di uno stato di coscienza modificato, associato alle autosuggestioni positive, permette a queste cellule di radoppiare la loro popolazione e di ritrovare il loro livello d’origine in 24 ore.

Questo studio esploratore non pretende di spiegare scientificamente il legame  che unisce le autosuggestioni di credenza, dunque di emozioni, positive o negative, con la biologia dell’individuo. Il suo unico interesse é di corroborare gli studi precedenti e di stimolare lo sviluppo delle ricerche future.

La sua speranza é di permettervi di verificare a qual punto i vostri pensieri ed i vostri atti determinano il vostro stato di salute. Combattere la malattia in modo attivo e positivo aumenta la qualita’ di vita, le difese immunitarie e la speranza di vita.

Vi invito ad apprendere e praticare delle tecniche di salute ; a impegnarvi in una concentrazione sulle vostre risorse interiori ; a focalizzarvi su cio’ che é sorgente di gioia, di speranza e su tutte quelle emozioni positive che guariscono.

Paul Zveguinzoff. Presidente dell’associazione Agir pour sa Santé.

 

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