Psiconeuroimmunologia – Pubblicazioni – Voi
e la vostra salute – Agosto 1998 – N° 62
NB. : Con
il mouse, un volo di qualche secondo sui numeri indicati entro
parentesi (1, 2, 3 ...) fara’ apparire un aiuto :
referenza della ricerca menzionata.
Queste referenze, non troppo voluminose, mancavano
al momento della pubblicazione di questo articolo. Esse sono ragruppate
a fine pagina nella bibliografia.
In Copertura : La Psiconeuroimmunologia
Lo Stress
Oggi é dimostrato scientificamente secondo numerosi studi,
che le emozioni guariscono. Esse hanno un’ influenza considerevole
sul nostro stato di salute.
Molti ricercatori lo avevano previsto.
Anche su queste stesse colonne, il Dr. Michel Moirot, all’inizio degli anni ’90,
presentava le conclusioni di lunghi anni d’investigazioni
mediche sull’origine del cancro. Scriveva a questo proposito
: ” Ho studiato in dettaglio centinaia di soggetti colpiti
da cancro. Tutti senza alcuna eccezione, erano vittime di rigetti
sociali avendo giocato un ruolo scatenante e alienante nel processo
cancerogeno. “ (...) “Uno choc affettivo felice puo’ guarire
un ammalato di cancro se egli prova di nuovo, in seguito a questo
choc, la gioia di vivere.”
Per studiare questi meccanismi é natauna nuova scienza :
la neuro-psico-immunologia.
Con il Dr. Jean-Pierre Willem et Paul Zveguinzoff,
oggi comprendiamo meglio quali considerevoli benefici possiamo
ottenere da questa medicina, per lo meno non convenzionale.
Articolo : da Pag. 17 a Pag. 21
La psico-neuro-immunologia - Queste
emozioni positive che guariscono
Attraverso il mondo, dopo piu’ di mezzo secolo, centinaia
di ricercatori si interessano agli effetti che la mente puo’ esercitare sul
corpo e particolarmente sulla biologia dell’individuo.
Le loro osservazioni dimostrano chiaramente
che le emozioni giocano un ruolo determinante nel processo di
malattia e salute : Trent’anni
di ricerche hanno permesso di esplorare gli effetti della pratica
delle tecniche di gestione dello stress e del rilassamento sulla
malattia.
Studi rigorosi mettono in evidenza un miglioramento
significativo della qualita’ di vita delle persone gravemente ammalate
(diminuizione del dolore, delle nausee e del vomito, dei
fastidi digestivi, dell’insonnia, dell’ansia e della
depressione).
A partire da queste constatazioni é apparsa
una nuova disciplina scientifica : la psico-neuro-immunologia.
Lo scopo di questa scienza é di dimostrare i legami che
uniscono delle discipline cosi’ differenti come la psicologia,
la neurologia, l’immunologia e l’endocrinologia ; in
altri termini i legami che uniscono la mente e il corpo.
Le ricerche piu’ recenti permettono di osservare che queste
tecniche stimolano le difese naturali dell’organismo, particolarmente
le cellule NK (Natural Killer) , aumenta cosi’ la speranza
di vita.
Lo stress cronico altera la salute
Le cellule fanno parte dei linfociti, sottogruppo dei leucociti
(globuli bianchi), che partecipano alla difesa naturale del nostro
organismo contro gli atacchi esterni (microbi, virus, batteri,
ecc.) ed interni (cellule disfunzionali, cancerose, ecc.).
Nel caso del cancro al seno, per esempio,
le attitudini depressive come l’apatia, l’indolenza e la fatica tendono a diminuire
l’attivita’ delle cellule NK. Questo ha per effetto
di aumentare la proliferazione tumorale. (1)
Daltra parte, l’attivita’ di queste cellule é correlata
con l’indice di Karnofsky, testimone dello stato di salute
generale dell’individuo e della sua sopravvivenza.
Altrettanto, la qualita’ del sostegno emozionale sembra
essere l’elemento piu’ prevedibile dell’attivita’ delle
cellule. (2)
Il ruolo dell’ambiente familiare,
sociale, medico, ecc. sembra ripercuotersi abbastanza direttamente
sulle funzioni del sistema immunitario.
Nel 1987, l’equipe di Kiecolt-Glaser ha paragonato
38 donne sposate con altre 38 separate o divorziate. I risultati
di questa ricerca indicano che queste ultime soffrono di depressione
piu’ delle donne sposate. Daltra parte, le loro capacita’ immunitarie
cosi’ come la percentuale delle cellule NK risultano ugualmente
inferiori a quella delle donne viventi in coppia. Le donne separate
dopo meno d’un anno evidenziano ugualmente una percentuale
piu’ debole di cellule T4, le cellule ospiti del V.H.I. (3)
Risultati simili sono stati osservati nel quadro di uno studio
che questa equipe ha realizzato su una popolazione maschile. (4)
Nella stesso modo, altri ricercatori osservano
in persone depresse una diminuzione di certe difese immunitarie,
l’aumento della
frequenza del cancro e della mortalita’ precoce. (5)
Alcuni elementi di spiegazione sono forniti da questa equipe.
(6)
Essi constatano nelle persone fortemente
depresse una piu’ debole
riparazione dell’ ADN ( Acide Désoxyribonucléique)
irradiato in confronto al un gruppo di persone meno depresse. Conclusioni
identiche appaiono quando i risultati di quest’ultimo gruppo
sono paragonati a quelli delle persone non depresse. Questo studio
suggerisce che lo stress emozionale puo’ contribuire ad uno
sviluppo cellulare anormale o ad una riduzione di certe difese immunitarie.
Uno stress piu’ banale come quello suscitato da un esame,
altera certi fattori dell’immunita’ negli studenti
in buona salute. In questi casi si osserva una netta diminuzione
della percentuale dei linfociti T. (7)
Questo stress, chiamato “accademico” ,
diminuisce la percentuale di celllule NK e sembra aumentare il
rischio della mononucleosi infettiva. (8)
Questi risultati sono in parte corroborati
da un altro studio : Dorian (1986) osserva nei soggetti molto
stressati il debole tasso di cellule NK e di interlukine 2. Questa
molecola é definita
come un “mediatore solubile avente un ruolo centrale nei
fenomeni di cooperazione cellulare tra le differenti cellule del
sistema immunitario.” (9)
Sei settimane dopo l’esame, questi studenti hanno sviluppato
piu’ infezioni respiratorie che quelli del gruppo campione.
I fenomeni di stress cronici condizionano,
nella maggior parte dei casi, una diminuzione di certe difese.
Una delle cause principali risiede nella difficolta’ di
adattamento agli stress.
Non adattarsi agli stress diminuisce significativamente le cellule
NK. (10)
In piu’, l’ansia e la depressione che risultano frequentemente
dalla impossibilita’ a far fronte a situazioni di stress,
aumentano come l’abbiamo visto, certe deficenze dell’immunita’.
Al contrario, apprendere a divenire combattivi,
a gestire il proprio stress ed investirsi nelle tecniche di rilassamento
e visualizzazione stimolano le difese dell’immunita’ ed
aumentano la speranza di vita. (11)
Studi sugli effetti dello stress
L’equipe di Glaser ha realizzato
su questo argomento uno studio randomizzato assolutamente interessante.
Esso si riferisce a persone che curano
uno dei loro famigliari colpiti dalla malattia d’Alzheimer.
Come dimostrato da un gruppo guida, queste persone dimostrano
una percentuale inferiore di cellule T e T4.
Glaser osserva che piu’ queste persone sono vicine al malato
, piu’ la percentuale di cellule NK é basso.
Nel quadro di questo studio, dei
gruppi di sostegno sono proposti ad una parte dei famigliari
curanti.
In questi gruppi, ciascuno é invitato
ad esprimere le proprie emozioni e ad apprendere le tecniche
di rilassamento.
Le persone che vi partecipano rivelano un netto aumento delle
cellule NK in rapporto agli altri. (12)
In un altro studio, i Glaser hanno ugualmente misurato gli effetti
della pratica di rilassamento associata ad emozioni positive su
un gruppo di persone assai anziane.
Essi osservano che una pratica di tre sedute
per settimana diminuisce l’intensita’ dei sintomi legati allo stress. Per conseguenza,
constatano un aumento significativo dell’attivita’ delle
cellule T e NK. Questi risultati si accompagnano ad una diminuzione
del tasso di anticorpi contro l’herpes simplex virus (HVS).
(13)
La gestione dello stress aumenta
dunque certi fattori dell’immunita’.
Questi risultati si confermano nel campo della cancerologia.
Nel 1988, l’equipe del dottor Gruber
realizza uno studio edificante. Questi ricercatori propongono
a persone ammalate di cancro di visualizzare la battaglia che
oppone le forze del sistema immunitario alla loro malattia. Grazie
a questa pratica, le persone che hanno partecipato a questo studio
mostrano un aumento del loro impegno a vincere la malattia.
Questi esercizi aumentano anche la formazione
dei linfociti, la produzione di anticorpi e di cellule d’interleukine-2 il
cui ruolo é di stimolare l’attivita’ delle cellule
NK e T. (14)
Un giornalista americano cura la
sua spondylarthrite ankylosante
Norman Cousins, un giornalista americano,
si é appassionato
alla psico-neuro-immunologia.
Egli é riuscito a guarire da una
teribile malattia cronica degenerativa : la sponylarthrite ankylosante.
E’ grazie alla sua volonta’ di
guarire che egli afferma di essere uscito vittorioso dal suo
combattimento contro la malattia. Aveva in effetti cominciato
ad utilizzare tutti i mezzi efficaci per uscirne.
Egli riconobbe in seguito che le forti dosi di vitamina C che
aveva assorbito non avevano avuto che un efetto placebo. Norman
Cousins stima che il fatto di ridere a squarciagola gli ha permesso
di sopportare i forti dolori che necessitavano fino a quel momento
di un trattamento di morfina.
Questa terapia del ridere consisteva
a vedere dei films comici, leggere e raccontare delle storie
allegre e divertirsi con tutti i mezzi possibili.
Dopo la sua remissione (regressione spontanea)
ha raccontato la propria esperienza in libro : “La biologia
della speranza”
“Mi domandavo se il contrario della depressione – per
esempio l’anticipazione di un avvenimento gioioso – poteva
accrescere il numero delle cellule immunitarie.
Mi sono fatto due analisi di sangue. Il
primo prelievo é servito
di base.
Il secondo fu efettuato cinque minuti piu’ tardi. Durante
l’intervallo, cecavo di mettermi in uno stato di allegria,
e di risentire un benessere emozionale. (...)
Il vantaggio di questo intervallo di cinque
minuti é stato
che, se fossero effettivamente intervenute delle modificazioni
, il rapporto di causa ed effetto sarebbe stabilito. (...)
In soli cinque minuti, l’aumento medio dei differenti costituenti
del mio sistema immunitario era stato mediamente del 53 % - dal
30 %, la cifra piu’ bassa nella proporzione del precursore
delle cellule NK, fino ad un aumento del 200 % delle cellule T
impregnate di anticorpi.” (15)
La gestione dello stress con la terapia
di gruppo
Norman Cousins ha in seguito partecipato
ad uno studio randomizzato con un famoso psichiatra, il dottor
Fawzy (1990). Questo studio porta sugli effetti della terapia
di gruppo sulla biologia : 68 persone ammalate di cancro
vengono ripartite in due gruppi, testimone e sperimentale. Le
persone del gruppo sperimentale beneficiano di 6 sedute di apprendimento
del rilassamento e delle tecniche di gestione dello stress, parallelamente
al loro trattamento medicale.
Dopo sei mesi, per referenza al gruppo
testimone, seguito unicamente dai medici, si osserva nelle persone
che praticano queste tecniche, l’aumento del vigore e la diminuzione dell’ansia,
della depressione, della confusione e della fatica.
Questi risultati sono correlati positivamente
con l’ aumento
delle cellule NK e dei macrofagi (le grosse mangiatrici del sistema
immunitario).
Nel 1993, sei anni dopo l’inizio di questo studio, l’autore
pubblica i risultati concernenti il tasso di ricaduta e mortalita’.
Ricaduta e sopravvivenza delle persone ammalate
di cancro |
|
Gruppo testimone |
Gruppo
Gestione dello stress
|
Ricaduta |
Si |
13 |
7 |
No |
21 |
27 |
Sopravvivenza |
Deceduto |
10 |
3 |
Vivente |
24 |
31 |
|
Come é possibile constatare, sei
anni dopo, il gruppo che praticava le tecniche di gestione dello
stress, conosce quasi due volte in meno delle ricadute e tre
volte meno mortalita’.
Gia’ nel 1989, l’equipe di
David Spiegel pubblica nel Lancet i risultati della sua ricerca
sugli effetti di un trattamento psicosociale sulla durata della
sopravvivenza. 86 pazienti sofferenti di cancro al seno sono
randomise in due gruppi, testimone e sperimentale.
Durante un anno, 50 donne sono invitate
a partecipare ad una terapia settimanale di gruppo, dove hanno
la possibilita’ di esprimere
le loro emozioni e di condividere con altre le loro esperienze
patologiche. Esse beneficiano dell’apprendimento dell’autoipnosi
destinato a controllare il dolore.
Nel gruppo che ha seguito queste sedute,
le donne hanno la meta’ in
meno dei dolori, meno sbalzi di umore, meno reazioni di paura
e comportamenti inadattati..
Ma soprattutto, la sopravvivenza del
gruppo controllo é di
18,9 mesi mentre quella del gruppo sperimentale é praticamente
raddoppiata : 36,8 mesi.
David Spiegel fa l’ipotesi che l’espressione delle
emozioni associata all’autoipnosi abbia potuto modificare
i sistemi neuro-immuno- endocrinologi, e aumentare cosi’ la
durata della sopravvivenza. Egli stima inoltre che il gruppo di
auto-sostegno ha senza dubbio favorito questi risultati.
Molti altri ricercatori e psicoterapeuti
hanno collegato la pratica di queste tecniche con un aumento
della qualita’ della vita
e della durata della sopravvivenza delle persone ammalate di cancro,
come nelle remissioni spontanee. (16) + (17)
Tutti riconoscono l’importanza della pratica delle tecniche
di modificazione dello stato di coscienza eventualmente associate
all’espressione delle emozioni negative e all’interiorizzazione
delle emozioni positive.
“Sono spacciato” - “Me
la cavero”
In quale misura le emozioni positive o
negative, suggerite in uno stato di coscienza modificata, possono
modulare il numero di cellule NK ? Quale é la rapidita’ di
queste modificazioni ?
E’ a queste domande che ho tentato di rispondere realizzando
nel 1995 uno studio sulla mia immunita’. Questa, per ragioni
etiche e deontologiche non puo’ essere realizzata su altre
persone nel quadro di una ricerca randomizzata
In effetti, la suggestione
positiva o negativa, puo’ avere
come conseguenza, in funzione delle capacita’ e dell’adesione
della persona, la creazione di una profezia auto-realizzante. (18)
In funzione della storia dell’individuo, essa puo’ dare
nascita a scenari diametralmente opposti : “Sono spacciato.”. “Me
la cavero’.” Questa profezia sara’ sicuramente
modulata dal legame che esiste con il sistema di credenza alimentato
dall’autosugestione.
Ora, l’autosuggestione dei ricordi dolorosi, associati ad
emozioni negative, puo’ provocare uno stato depressivo importante
le cui ripercussioni possono esercitare un effetto significativo
sulle cellule NK, come possiamo vedere nello studio sottoindicato.
Resentazione dello studio
:
Protocollo (single case
design) realizzato sullo sperimentatore.
Delle autosuggestioni positive o negative furono registrate
dallo sperimentatore nel quadro della creazione di
uno stato di coscienza modificato del tipo, rilassamento
profondo.
Due registrazioni specifiche di trenta minuti sono
state ascoltate :
Primo giorno (G1) = autosuggestioni negative, ascoltate
alle 8h00, 12h00, e 23h00.
Secondo giorno (G2) = autosuggestioni positive, ascoltate
alle 8h00, 12h00, e 23h00.
Le autosuggestioni negative
riposavano sulle sofferenze e
sull’assenza totale della speranza di riuscire,
qualunque cosa d’interessante ci sia nell’esistenza.
Le autosuggestioni positive
consistevano nel ritrovare dei buoni ricordi, dei
momenti privilegiati di gioia, di felicita’ e di speranza e a proiettare l’emozione
in un prossimo avvenire.
La costanza dei fattori : Sonno, alimentazione ed
esercizi fisici sono stati sorvegliati durante tutta
la durata del protocollo.
Tengo a ringraziare André Burckel
il cui laboratorio ha realizzato le analisi biologiche
approfondite nel quadro di questo studio.
Cronologia del protocollo :
G1 T1 : (8h00) Prelevamento sanguigno testimone
Inizio delle autosuggestioni negative.
G1 T2 : (13h00) Prelevamento sanguigno. 5h00 di suggestioni
negative.
G2 T1 : (8h00) Prelevamento sanguigno. 24h00 di suggestioni
negative.
Inizio delle suggestioni positive.
G2 T2 : (13H00) Prelevamento sanguigno. 5h00 di suggestioni
positive.
G3 T1 : (8h00) Prelevamento
sanguigno. 24h00 di suggestioni positive.
Risultati
Gli effetti
d’autosuggestione
negativi e positivi sulle cellule NK.
|
Testimone |
Suggestioni
negative |
Sugestioni positive |
G1 T1 |
G1 T2 |
G2 T1 |
G2 T2 |
G3 T1 |
NK |
141 |
182 |
69 |
101 |
123 |
Questi risultati sono espressi
in percentuale di NK per referenza alla popolazione
normale per la quale la media é di 100. |
|
Le autosuggestioni
positive aumentano il numero di cellule NK.
Come lo indicano i risultati dello studio,
dopo cinque ore di suggestioni negative
(G1 T2), le cellule NK raggiungono
un picco importante ( NK = 182 ).
E’ il prodotto di uno stress acuto legato ad un episodio
depressivo di circa 5 ore. Di fatto, in caso di stress acuto, queste
cellule tendono ad aumentare. E’ il periodo di resistenza
all’aggressione.
Dopo ventiquattro ore di autosuggestioni negative, quando lo stress
della depressione programmata comincia a diventare cronico (G2
T1), la percentuale delle cellule immunitarie diminuisce di circa
un terzo (NK = 69).
Equivale a quasi alla meta’ della
percentuale di riferimento : (G1 T1 : NK = 141)
All’inverso, le autosuggestioni positive
raddoppiano quasi in 24 ore il numero delle cellule (G3 T1 :
NK = 123)
Esse permettono all’organismo di
ricoprire un tasso di NK sensibilmente identico a quello del
prelevamento controllato.
Questi risultati non costituiscono che un fatto e non saranno
in alcun caso ritenuti come prova scientifica, essendo stato fatto
lo studio solo su una persona.
Tuttavia, come ha scritto Claude Bernard, “i fatti sono
i materiali irremovibili della scienza” e questa sperimentazione
corrobora i risultati delle ricerche che abbiamo passato in rassegna.
La concentrazione su pensieri positivi
aumenta la speranza di vita.
Lo stress, e in particolare uno stress
cronico, puo’ provocare
una diminuzione significativa delle cellule NK.
Al contrario, le tecniche di gestione dello stress sembrano rinforzare
i processi di salute.
E’ particolarmente la produzione di uno stato di coscienza
modificato associato a suggestioni positive che permettono di osservare
un aumento dell’immunita’.
Nel mondo intero e dalla notte dei tempi si osservano queste pratiche.
Quali sono i punti di convergenza che uniscono pratiche
cosi’ differenti come la preghiera, la meditazione, lo yoga,
il rilassamento, il Taî Chi, la gestione dello stress, ecc.
?
Ogni anno in Francia, la chiesa cattolica riunisce un comitato
di specialisti incaricati di deliberare sul carattere miracoloso
delle regressioni osservate tra le altre a Lourdes.
Queste regressioni spontanee si osservano talvolta quando una
persona, di qualsiasi confessione, si dedica intensamente alla
preghiera.
Si sa intuitivamente, che la speranza fa vivere e la fede solleva
le montagne.
Spontaneamente, le regressioni non sono il frutto del caso.
E’ vero che un semplice placebo puo’ innescare
una regressione spontanea di un linfosarcoma molto avanzato come
lo ha dimostrato la pubblicazione del dottor Klopfer. (19)
Sembra che la fede e la credenza giochino un ruolo talvolta determinante
nel processo di malattia e di salute.
Altre regressioni sono state ugualmente
recensite nelle persone praticanti diferenti tipi di yoga, Taï Chi, Chi-Cong
o altre meditazioni tantriche, buddiste o zen.
Esse si ritrovano anche legate all’ipnosi e ai numerosi
metodi ispirantisi come il rilassamento, il training autogeno,
la sofrologia, il bio-feed-back, l’autosuggestione, la visualizzazione,
l’espansione della coscienza, ecc....
Infatti, attraverso varie filosofie, e
per mezzo di tecniche diverse, si crea cio’ che gli specialisti chiamano uno “stato
di coscienza modificato”.
Lo stato di coscienza influisce sui
sistemi : 1° - Nervoso centrale (il cervello) 2° - Immunitario 3° -
Endocrino.
Spesso grazie ad esercizi di respirazione,
di rilassamento o di rappresentazione mentale, l’individuo si “distacca” dalle
stimolazioni del mondo esteriore e si concentra su se stesso.
Poco a poco, la concentrazione ed il raccoglimento
gli permettono di approfittare di un rilassamento e di un grande
sentimento di pace e serenita’.
Questa modificazione dello stato di coscienza introduce un modo
di funzionamento cerebrale differente.
Generalmente, di fronte allo stress, l’individuo cerca di
controllare la situazione. Analizza “obbiettivamente” in
modo cartesiano e razionale al fine di elaborare un insieme di
solouzioni. Questa pratica é legata al modo di funzionamento
dell’emisfero sinistro che é specializzato nel trattamento
della parola da un punto di vista verbale e linguistico. (20)
Al contrario, l’emisfero destro é implicato nel processo
d’immaginazione mentale. L’emozione vi é predominante
allo stesso titolo della creativita’. Certi ricercatori stimano
che lo stato di coscienza modificato mette “in attivita’ ridotta” l’emisfero
razionale a vantaggio dell’emisfero creativo. Possono cosi’ apparire
nuove soluzioni fino ad allora impensabili.
Il dottor Wickramasekera stima che : “I pazienti reagendo
bene ai placebo, come i buoni soggetti ipnotici, inibiscono il
modo critico, analitico del trattamento dell’informazione
caratteristica dell’emisfero dominante e verbale (emisfero
sinistro).” (21) ; e questo a vantaggio dell’utilizzazione
dell’emisfero destro.
Questa concezione tende a spiegare che
lo stato di coscienza modificato permette di beneficiare di un
migliore adattamento allo stress, causando una logica marcia
indietro a livello del sistema immunitario.
Un certo numero di ricerche sperimentali
dimostra che le tecniche di gestione dello stress mettono in
azione il sistema parasimpatico. Questo corrisponde ad uno stato
di malinconia la cui azione benefica si riflette sul sistema immunitario,
endocrino, e in senso generale fisiologico. (22)
Al contrario, lo stress attiva il funzionamento
del sistema simpatico, che nel caso di uno stress cronico, puo’ avere
come l’abbiamo
gia’ visto, delle conseguenze pericolose per la salute. (23)
La speranza permette di godere una
migliore salute
Un altro ingredientedi questo processo terapeutico sembra risiedere
nella dimensione di speranza di migliorare la propria condizione
di vita e di partecipare alla propria salute.
Gia’ nel 1950, alcuni psicologi hanno messo in evidenza
il fatto che dal 70 % all’80 % delle persone
consultate in medicina generale conoscono un’attitudine psicologica specifica
prima di ammalarsi. Questa attitudine, si caratterizza con un sentimento
d’impotenza e di disperazione, un’immagine deprezzata
di se stessi e la voglia di abbandonare tutto. (24)
Sandra Levy, psichiatra americana specialista del cancro che ha
passato in rivista centinaia di lavori di ricerca, perviene a conclusioni
simili :
“Le percentuali di sopravvivenza piu’ deboli
corrispondono a stati di depressione o d’impotenza, mentre
le percentuali piu’ alte corrispondono alla volonta’ di
reagire.” (25)
Un’attitudine di gioia si avvera ancora piu’ importante
della combattivita’. (26)
Un’altro studio dimostra che la fuga produce una diminuzione
delle catecolamine, in particolar modo l’adrenalina, cosi’ come
una diminuzione delle cellule NK, mentre un’attitudine combattiva
permette di osservare il risultato inverso. (27)
Le tecniche di gestione dello stress
modificano l’attitudine psicologica
Per le donne minacciate dal cancro al seno,
un’attitudine
di negazione o combattivita’ corrisponde ad un tasso di sopravvivenza
significativamente superiore in rapporto a un’attitudine
d’impotenza o di fatalita’ : 45 % anziché 17
% ( p minore 0,037).
In altri termini, dopo 10 anni di studi, non sopravvivono che
il 25 % di persone che accettano stoicamente la loro sorte e il
20 % di persone impotenti o disperate. (28)
Per contro, vivono il 50 % di persone che negano la loro malattia
e il 70 % di persone combattive.
Questa ricerca, come le precedenti, conferma
il fatto che l’attitudine
psicologica gioca un ruolo determinante nel processo della salute.
Essa puo’ aumentare la percentuale delle cellule NK, correlate,
lo ricordo, con la sopravvivenza dell’individuo.
L’apprendimento delle tecniche di
gestione dello stress costituisce una speranza per numerose persone
colpite da malattie croniche. Degli studi rendomizzati francesi,
rispettosi di tutti i criteri di deontologia e di rigore scientifico,
sembrano indispensabili.
Essi permettono di stabilire in quale misura,
anche in Francia, l’individuo puo’ contribuire alla
propria salute utilizzando le risorse personali.
Sarebbe tempo che queste tecniche si sviluppino negli ospedali.
Particolarmente nel nostro paese cosi’ gravemente
toccato dal cancro e detentore del record mondiale del consumo
di tranquillanti e di antidepressori.
Combattere la malattia utilizzando
le risorse interiori
Siamo sottomessi ogni giorno ad una collezione
di stress vari. Il nostro modo di adattarvisi é determinante. Rilassarsi,
entrare all’interno di se stessi, prendendo la distanza in
rapporto alle difficolta’, permette di percepire meglio il
contesto della situazione e le alternative che vi sono contenute.
E’ buona cosa apprendere uno
stato di rilassamento. Esso genera delle emozioni positive e
una fiducia nuova per trovare una soluzione adattata ad ogni
situazione.
Come indicano le ricerche passate in rivista,
apprendere a gestire i propri stress migliora la qualita’ della vita e riforza
certe difese della nostra immunita’. Al contrario, le emozioni
negative ci immergono in uno stato di coscienza doloroso. Uno stato
depressivo s’installa insidiosamente.
L’organismo tenta di diferdersi, cio’ che si traduce
in un aumento momentaneo delle cellule NK. Rimanendo in contatto
con queste emozioni negative, le cellule NK tendono a sparire.
Nel quadro della nostra ricerca, la produzione
di uno stato di coscienza modificato, associato alle autosuggestioni
positive, permette a queste cellule di radoppiare la loro popolazione
e di ritrovare il loro livello d’origine in 24 ore.
Questo studio esploratore non pretende
di spiegare scientificamente il legame che unisce le autosuggestioni di credenza, dunque
di emozioni, positive o negative, con la biologia dell’individuo.
Il suo unico interesse é di corroborare gli studi precedenti
e di stimolare lo sviluppo delle ricerche future.
La sua speranza é di permettervi di verificare a qual punto
i vostri pensieri ed i vostri atti determinano il vostro stato
di salute. Combattere la malattia in modo attivo e positivo aumenta
la qualita’ di vita, le difese immunitarie e la speranza
di vita.
Vi invito ad apprendere e praticare delle
tecniche di salute ; a impegnarvi in una concentrazione sulle
vostre risorse interiori ; a focalizzarvi su cio’ che é sorgente
di gioia, di speranza e su tutte quelle emozioni positive che
guariscono.
Paul Zveguinzoff. Presidente dell’associazione Agir pour
sa Santé.
Referenze
August R. V. (1975). Hypnotic
induction of hypothermia : an additional approach to postoperative
control of cancer recurrence. American Journal of Clinical Hypnosis,
18, 52-55.
Barrios A.A., & Kroger W.S.. (1975). Hypnosis
as a tool in a fight against the cancer. J. Hol. Health, 1, 71-80.
Brown J. H., & Paraskevas F. (1982). Cancer
and depression: cancer with depressive illness: a autoimmune disease?
Brit. J. Psychiat., 141, 227-232.
Calabrese J. R., Kling M. A., & Gold
P. W. (1987). Alterations in immunocompetence during
stress, bearevement and depression: focus on neuroendocrine regulation.
Am. J. Psychiat., 144, 1123-1134.
Cangello V.W. (1961). The use of
hypnotic suggestions for pain relief in malignant
desease. International Journal of Clinical and Experimental
Hypnosis., 9, 17-22.
Contrada R. J., Leventhal H. & O'Leary
A.(1990). Personality and Health in L. A. Pervin, Handbook
of Personality, 24, 638-669, London, Guilford Press.
Cousins N. (1991). La biologie
de l'espoir. Seuil. 1991. 438 p.
Dorian B. J., Garfinkel P. E., Brown
G. M., Shore A, Gladman D., & Keystone E. (1982). Aberrations
in lymphocyte subpopulations and functions during psychological
stress. Clin. Exper. Immunol., 50, 132-138.
Engel G. L. (1977). Emotionnal stress
and sudden death. Psychology Today, Nov. 1977.
Eysenck H., & Grossarth-Maticek R.
(1991). Creative novation behaviour therapy as a prophylactic
treatment for cancer and coronary heart disease : Part I - Effects
of treatment. Behav. Res. Ther., 29, 1, 17-31.
Fawzy I. F., Cousins N., Fawzy N. W.,
Kemeny M. E., Elashoff R., & Morton D. L. (1990). A
structured psychiatric intervention for cancer patients. I. Changes
over time in methods of coping and affective disturbance. Arch.
Gen. Psychiatry, 47, Aug., 720-725.
Fawzy I. F., Kemeny M. E., Fawzy N. W.,Elashoff
R., Morton D, Cousins N., & Fahey J. L. (1990). A
structured psychiatric intervention for cancer patients. I. Changes
over time in immunological measures. Arch. Gen. Psychiatry, 47,
Aug., 729-735.
Fawzy I. F., Kemeny M. E., Fawzy N. W.,
Hyun C. S., Elashoff R., Guthrie D., Fahey J. L. & Morton
D. L. (1993). Effects of an early structured psychiatric
intervention, coping, and affective state on recurrence and survival
6 years later. Arch. Gen. Psychiatry, 50, 681-689.
Finkelstein S., & Greenleaf A. M. (1983). Cancer
prevention. A three-year pilot study. American Journal
of Clinical Hypnosis., 25, 2-3, 177-187.
Glaser R., Kiecolt-Glaser J. K., Stout
J. C., & col. (1985). Stress-related impairments
in cellular immunity, Psychiatry Res., 16, 233-239.
Glaser R., Tomei D., Kennedy S., & col.
(1988). Cellular and molecular consequence of psychological
stress, J. Cell Biochemistry, Suppl., 120. 306.
Goldberg B. (1985). Hypnosis and
the immune response. Int. J. Psychosom., 32, 3, 34-36.
Gravtz M. A. (1985). An 1846
report of tumor remission associated with hypnosis. American Journal
of Clinical Hypnosis., 28, 16-19.
Greer S., Morris T, Pettingale K. W., & Hatbittle
J.L. (1990). Psychological response to breast cancer
and 15-year outcome. The Lancet., 335, jan. 6, 49-50.
Grossarth-Maticek R., & Eysenck H.
J. (1991). Creative novation behaviour therapy as a
prophylactic treatment for cancer and coronary heart disease
: Part I - Description of treatment. Behav. Res.Ther., 29, 1,
1-16.
Gruber B. L. Hall N. R. Hersh S. P. & Dubois
P. (1988). Immune system and psychologic changes in
metastatic cancer patients while using ritualized relaxation
and guided imagery : A pilot study. Scandinavian Journal of Behavior
Therapy, 17, 25-46.
Hilgard E. & Morgan A. (1975). Heart
rate and blood pressure in the study of laboratory pain in man
under normal conditions and as influenced by hypnosis. Acta Neurobiologiae
Experimentalis. In : E. Hilgard & J. Hilgard, Hypnosis in the
relief of pain. Los Altos, California : Kaufman.
Levy S. M. (1984). Emotions
and progression of cancer : a review. Advances : Journal of the
Institute for the Advancement of Health, hiver, 10-15.
Levy S. M., Herberman R. M. , Maluish
M. A. , Schlein B. & Lippman M. (1985). Prognostic
risk assessment in primary breast cancer by behavioral and immunological
parameters, Health Psychology, 4, 99-113.
Levy S. M., Lee J., Bagley C. & Lippman
M. (1988). Survival hazard analysis in recurrent breast
cancer patients : Seven years follow-up. Psychosomatic medecine,
sept-oct.
Levy S.M., Herberman R. B., Whiteside
T., Sanzok., Lee J., & Kirkwood J. (1990). Perceived
social support and tumor estrogen/progesterone receptor status
as predictors of natural killer cell activity in breast cancer
patients. Psychosomatic Medecine, 52, 73-85.
Locke S. E., & Kraus L. (1982). Modulation
of natural killer cell activity by life stress and coping ability.
In S. M. Levy (Ed.), Biological mediators in behavior and disease:
Neoplasia. New York: Elsevier Biomedical.
Klopfer B. (1957). Psychological
variables in human cancer. Journal of Projective Techniques, 21,
331-340.
Kiecolt-Glaser J. K., Stephens R. E.,
Lipetz P. D., Speicher C. E. & Glaser R. (1985A). Distress
and DNA repair in human lymphocytes. J. Behav. Med., 8, 311-320.
Kiecolt-Glaser J. K., Glaser R., Williger
D. & col. (1985B). Psychosocial enhancement of immunocompetence
in a geriatric population. Health Psychology, 4, 24-41.
Kiecolt-Glaser J. K., Glaser R., Schuttleworth
E. C., Dyer C. S. & Speicher C. E. (1986). Chronic
stress and immunity in family caregivers of Alzheimer's disease
victims. Psychosomatic Medecine, 49, 523-535.
Kiecolt-Glaser J. K., Fisher L. D., Ogrocki
P., Stout J. C., Speicher C. E. & Glaser R. (1987). Marital
quality, marital disruption and immune fonction. Psychosomatic
Medecine, 49, 13-34.
Kiecolt-Glaser J. K., Kennedy S., Malkoff
S., Fisher L., Speicher C. E., Glaser R. (1988). Marital
discord and immunity in males. Psychosomatic Medecine, 50, 213-229.
Meares A. (1983). A form of
intensive meditation associated with the regression of cancer.
American Journal of Clinical Hypnosis., 25, 2-3, 114-121.
Newton B. W. (1983). The use
of hypnosis in the treatment of cancer patients. American Journal
of Clinical Hypnosis., 25, 2-3, 104-113.
Niemi T., & Jaakelainen J. (1978). Cancer
morbidity in depressive persons. J. Psychosom. Res., 22, 117-120.
Rosenthal R. A., & Jacobson L. (1971). Pygmalion à l'école.
Casterman, Paris.
Rossi E. L. (1994). Psychobiologie
de la guérison. Seuil. 447 p.
Schleifer S. J., Keller S. E., Camerino
M., Thornton J. C. & Stein M. (1983). Suppression
of lymphocyte stimulation following bereavement. J. Am. Med.
Ass., 250, 374-377.
Schleifer S. J., Keller S. E., Meyerson
A. T., Raskin M. J., Davis K. L. & Stein M. (1984). Lymphocyte
function in major depressive disorder. Arch. Gen. Psychiatry,
41, 484-486.
Schleifer S. J., Keller S. E., Siris
S. G., Davis K. L. & Stein M. (1985). Depression
and immunity : Lymphocyte function in ambulatory depressed, hospitalized
schizophrenic and herniorrhapy patients, Arch. Gen. Psychiatry,
42, 129-133.
Shapiro A. (1983). Psychotherapy
as adjunct treatment for cancer patients. American Journal of Clinical
Hypnosis, 25, 2-3, 150-155.
Siegel B. (1991). Messages de
vie. Laffont. 306 p.
Spiegel D., Bloom J. R., Kraemer H. C., & Gottheil
E. (1989). Effect of psychosocial treatment on survival
of patients with metastatic cancer. The Lancet., 8668, II, 14
Oct., 888-889.
Stein M., Keller S. E. & Schleifer
S. J. (1985). Stress and immunomodulation: the role
of depression and neuroendocrine function. J. Immunol., 135,
827s-833s.
Strosberg I. M. (1982). Notes
on treatment of cancer by hypnosis. Journal of the American Society
of psychosomatic Dentistry and Medecine, 29, 3, 74-76.
Villemain F. (1989). Stress
et immunologie. Nodules. Puf. 133 p.
Wickramasekera I. (1985). A
conditioned response model of the placebo effect : predictions
from the model, in L. White, B. Tursky & G. Schwartz (Eds.),
Placebo, theory, research, and mechanisms. 255-287 p. New York,
Guilford.
Whitlock F. A., & Siskind M. (1979). Depression
and cancer: A follow up study. Psychol. Med., 9, 747-752.
Zveguinzoff P. (1992). Une contribution à l'étude
des résistances opposées par des patients atteints
de cancer. Phoenix, sept., 16, 6O-73
|